LO SMEMORATO DI FIRENZE
Tra i temi ‘reali’ o ‘letterari’ che ebbero fortuna nel Novecento vi fu quello dello “smemorato”.
Il caso ‘reale’ più noto fu la vicenda giudiziaria Bruneri-Canella (1927-1931), riguardante un ricoverato presso il manicomio di Collegno nel torinese. Le rispettive famiglie lo identificarono sia come il professor Giulio Canella, disperso durante la prima guerra mondiale, sia come il latitante Mario Bruneri.
La lunga questione si trascinò nei tribunali e andò anche un bel po’ sopra le righe tanto da dare spunto a un film comico di Totò nel 1962 e lavori televisivi.
Assai meno noto fu lo smemorato di Firenze che salì alle luci della ribalta nell’ottobre 1927, lo stesso anno del caso di Collegno (sarà stata una coincidenza?).
Scrisse il Corriere della Sera il 24 ottobre:
“Le avventurose vicende del sedicente Lopez, attualmente detenuto alle Murate dovendo scontare una condanna a tre anni di reclusione per truffa, e che dal 1917 avrebbe perduto la memoria, hanno destato a Firenze una grande curiosità.
Si apprende che in un successivo interrogatorio egli avrebbe precisato di essere stato ricoverato dapprima a Torino, perché la ferita che gli causò la perdita della memoria l’avrebbe riportata a Piobesi Torinese, dove si trovava quale soldato della milizia territoriale addetto al montaggio di un hangar. Da Torino sarebbe stato inviato in osservazione all’Ospedale militare istituito a Milano presso le scuole di Sant’Orsola e ivi sarebbe stato riconosciuto affetto da sonnambulismo e proposto per la riforma; ma in seguito a sue insistenze sarebbe stato trattenuto in servizio, assegnato ai lavori sedentari e inviato a Taliedo al montaggio degli hangars. Congedato nel 1919, si sarebbe fermato a Milano andando ad abitare in corso Indipendenza, 6, viaggiando per conto di certo De Luca, finché capitò a Livorno dove venne arrestato.
Avendo il Lopez detto di essere nativo di Spezia, sono state fatte indagini in quella città e si è saputo che Fulvio Lopez è nato colà ed ha sposato certa Caterina Palmieri, abitante a Torre Maggiore [Foggia]. Ma tali dati corrispondono appunto a quelli del Lopez che ha sporto la denuncia, accusando il detenuto di essersi fatto condannare sotto il suo nome.
L’avv. Calvelli, che fu già patrocinatore del sedicente Lopez nel processo per le truffe compiute a Livorno, ha dichiarato di non nutrire dubbi sulla identità del suo difeso che, tra l’altro, ha esibito una carta d’identità e un certificato penale, comprovanti ch’egli è appunto Fulvio Lopez. L’avv. Calvelli ha potuto avvicinare ieri il detenuto, il quale gli ha detto di non ricordarsi alcun particolare riguardante la vita trascorsa negli anni precedenti il 1917.
L’avvocato ha riportato l’impressione che il Lopez non sia nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Da indagini fatte a Livorno si è appreso che il sedicente Lopez è stato colà arrestato il 20 aprile scorso nella palazzina da lui abitata in via dell’Uliveta, 25. La signora Annunziata Bani ha narrato di aver conosciuto nel giugno dello scorso anno il Lopez, che allora abitava a Torino, in via San Secondo 55, presso la famiglia Costantini: egli si spacciava per ingegnere e diceva di essere in attesa della liquidazione di un’eredità di 800.000 lire. Il Lopez propose alla signora, che dolorose vicende avevano indotto a separarsi dal marito, di sposarla, assicurandola che le avrebbe fatto ottenere il divorzio, e intanto riusciva a spillare alla famiglia di lei qualche piccola somma di denaro.
Nel novembre scorso il Lopez si trasferì a Livorno, dove diceva di voler aprire una fabbrica di prodotti chimici. In seguito la Bani venne a scoprire che egli risultava coniugato e ruppe con lui ogni rapporto”.
Dà un po’ di notizie sullo smemorato di Firenze (ma nemmeno tanta) anche un articolo de:
“Il regime fascista”, martedì I novembre 1927.
“Chi sarebbe l’ospite delle Murate – Firenze, 31 sera.
L’eco della complicata e strana vicenda dello pseudo smemorato del carcere delle Murate ha provocato anche nelle Puglie molto interesse, in quanto che il vero Fulvio Lopez, dimorante a Torremaggiore, è in quella regione assai conosciuto.
Un giornalista ha avuto col signor Lopez che, com’è noto, con la sua lettera alla polizia fiorentina portò alla scoperta dell’imbroglio, un interessante colloquio. Fra l’altro il vero Lopez ha dichiarato, dopo avere esaminata attentamente una fotografia del detenuto, d’aver conosciuto il suo omonimo circa due anni or sono a Torremaggiore.
Egli peraltro non ricorda con quale nome si fosse a lui presentato. Sta di fatto che il truffatore gli propose di assumere la rappresentanza delle famose macchine di maglieria per Torremaggiore e paesi vicini.
Dopo alcune trattative però l’affare non fu concluso, in quanto che alla domanda di richiesta di documenti e carte il truffatore rispose di averli smarriti e il Lopez non ritenne perciò dovere impegnarsi in una faccenda che gli appariva poco chiara. Fallite le trattative, l’individuo lasciò Torremaggiore non facendosi più vedere.
Il Lopez non sa spiegarsi come l’imbroglione sia venuto in possesso di suoi documenti in quanto egli è sicurissimo di non averne smarrito alcuno.
Torna intanto a farsi strada l’ipotesi che il Lopez altri non sia che l’introvabile De Luca. La polizia è riuscita infatti ad accertare come un individuo si fosse presentato a Vinci nei pressi di Empoli qualificandosi per Filippo De Luca, rappresentante di una grande fabbrica di maglierie. I carabinieri hanno anche stabilito come lo pseudo Lopez e il De Luca non siano che una sola persona. Si è scoperto così il trucco escogitato dal truffatore per ingannare le autorità; compiva le truffe col nome di De Luca mentre poi al momento in cui è stato arrestato ha dichiarato di chiamarsi Fulvio Lopez”.
Chiude la vicenda e definisce un’ultima identità il “Bollettino della Scuola superiore di polizia e dei servizi tecnici annessi”, 1928.
“61. Il sedicente Lopez Fulvio fu Nicola, nato a Spezia nel 1885, venne arrestato e segnalato il 15 ottobre 1927 a Firenze, per truffa, e quale presunto smemorato che non sapeva dare notizie di sé.
Dalle ricerche dactiloscopiche effettuate nel Casellario centrale di segnalamento e identificazione il Lopez risultò segnalato:
A Catania il 20 ottobre 1927, per truffe, sotto il nome di Milazzo Giuseppe di Cesare, nato a San Pietro Patti nel 1886.
Il sedicente Lopez a mezzo della fotografia fu riconosciuto dal prof. Milazzo Andrea per il proprio fratello Giuseppe, del quale da anni non sapeva più nulla.
Il Milazzo Giuseppe era ricercato per numerose truffe commesse usando il nome del fratello e anche in nome proprio”.
Raccolto da Paola Ircani Menichini, 19 marzo 2022.
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